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Esemplare On. Federico Mollicone in risposta a Vito Crimi in audizione su Editoria e SIAE. Anche Anna Ascani chiede chiarimenti.

Abbiamo assistito - notevolmente sconcertati - all'audizione sulle linee programmatiche del governo in materia di editoria e diritto d'autore di oggi 07.08.2018 in Commissione Cultura in cui l'On. Vito Crimi (a fondo pagina) risponde ad Anna Ascani (PD) e Federico Mollicone (FDI).

A risollevare i toni del discorso intorno a SIAE, fortunatamente, interviene in controbattuta l'On. Federico Mollicone così :"[...]Altro argomento: diritto d’autore. Sia lei che Bonisoli avete annunciato riforma o comunque intervento pressante per rispettare Direttiva Barnier (per altro già rispettata ndr). Se questo è condivisibile ci chiediamo però se nel mercato italiano rappresentato esclusivamente da SIAE, colosso che va riformato senz’altro nelle prassi e avere atteggiamento diverso rispetto ai giovani autori, ma ci chiediamo: se poi l’alternativa è Soundreef, in merito alle polemiche che sono uscite sui giornali rispetto a probabile esterovestizione, contratti non esattamente trasparenti, anticipi vietati da Barnier, qual è l’intendimento del governo oltre a rassicurare soundreef e dire che il mercato verrà liberalizzato? Altra domanda, questa volta su Spotify: ci interessa la tutela del diritto d’autore ma in particolare la tutela degli autori italiani. Il colosso svedese ha cause addirittura miliardarie a livello internazionali perché prenderebbe tracce mettendole online senza autorizzazione e senza riconoscere diritti. Autori italiani si lamentano per i diritti minimi che percepiscono, quasi uno sfruttamento della proprietà intellettuale. Spotify starebbe acquistando una startup che usa il blockchain come prassi per la tutela e la verifica delle tracce. Ora, se questa da un lato può essere garanzia di certificazione dall’altro lato rischia di diventare una rete proprietaria esclusiva esatto contrario dello spirito di condivisione di una piattaforma come Spotify".

E anche a noi il dubbio rimane. Perchè il governo si starebbe tanto adoperando per Soundreef, visto che non esistono altre società a cui aprire un mercato che poi, come ci hanno ricordato i più grandi autori italiani, mercato non è?

Aggiornamento: riportiamo anche l'intervento dell'On. Anna Ascani in controbattuta, degno di nota: "Ci piacerebbe capire, avendo ascoltato il Sottosegretario, qual è l’ effettiva intenzione di riforma della SIAE e come si dovrebbe procedere alla liberalizzazione del mercato di cui avete parlato tenendo ferma però l’idea che bisogna semplificare cioè sburocratizzare, e quindi impedire che la riscossione del diritto d’autore si parcellizzi tra tante società diverse che peraltro non hanno quella capillarità territoriale che consente effettivamente di provvedere alla riscossione del dovuto. Ci piacerebbe quindi capire se il Sottosegretario intenda istituire nuova authority o una nuova agenzia e cambiare la natura della SIAE facendola diventare un’agenzia per poi invece a livello più alto stabilire una competizione vera e propria, e come questo si può conciliare con l’idea di pluralismo a tutti livelli. Insomma, mi piacerebbe capire un po’ meglio cosa intende questo governo quando parla di superamento del monopolio, perché sappiamo benissimo che se il monopolio di diritto è stato superato, dobbiamo capire se, se si vuole provvedere al superamento del monopolio di fatto, come si garantisce al tempo stesso la tutela del diritto d’autore e soprattutto per i piccoli una semplificazione della gestione del rapporto con il diritto d’autore e con la riscossione, perché effettivamente non possiamo mettere in difficoltà chi organizza piccoli o grandi eventi."

Di seguito l'intervento sopra citato dell'On. Vito Crimi: fonte (Public Policy) @PPolicy_News "Per quanto riguarda la Siae, va liberalizzato il mercato nella sostanza, non solo nella forma e nel diritto". Lo dichiara Vito Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, alla commissione Cultura della Camera, rispondendo ad Anna Ascani (Pd) e Federico Mollicone (FdI) nel seguito dell'audizione sulle linee programmatiche del governo in materia di editoria.
"Per fare questo - spiega - bisogna tener conto di due aspetti: il primo è la vigilanza, oggi esercitata da Siae con una capillarità sul territorio, il secondo sono dei sistemi che permettano una raccolta semplificata per quei soggetti che hanno a che fare con una molteplicità di autori e quindi possono avere davanti una molteplicità di soggetti che tutelano il diritto".
"Si può creare - prosegue - un hub, oppure un'associazione delle aziende che fanno questo lavoro: alcuni dei modelli che ci sono all'estero possono essere importati in Italia. Sicuramente dobbiamo avere una grande attenzione nei confronti degli autori, che sono un patrimonio, ma molto spesso sono dimenticati: all'interno della Siae gli editori hanno un ruolo preponderante, per le loro dimensioni e per com'è strutturata la società in merito alla governance e a meccanismi elettorali interni. Bisogna ragionare su modalità nuove".

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